di Daniel Nesquens e Valerio Vidali, 2009
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Si guarda il cielo come si guarda un film: al buio, seduti, con gli occhi puntati verso l’alto di uno schermo che finisce non si sa dove. Il cinema è a pagamento, il cielo, invece, è gratis. Il regalo è un libro che avrebbe trovato in Galileo Galilei e Neil Alden Armstrong bambini, dei fedeli estimatori. [...] In primo piano ci sono un adulto e un bambino a testa in su, che guardano in cielo. [...] C’è un regalo, al centro delle intenzioni narrative dei due autori, e il titolo non potrebbe essere più esplicito di così. Esso consiste in un oggetto (un telescopio), la cui identità viene svelata lentamente. In senso metaforico, però, fin dalla copertina è presente un “regalo” intangibile, più grande di quello che il protagonista ha deciso per il compleanno di suo padre. A questo dono possiamo aspirare tutti, non solo nel giorno della nostra nascita, indipendentemente dallo stato delle nostre finanze. Perché è gratuito, eterno ed è lì. È il cielo stellato. [...] Chiedete ai bambini se a volte, anche loro, lo pensano: chi ha inventato un simile spettacolo ha donato all’umanità qualcosa di immenso. Fino a che punto ne siamo coscienti? Ottenendo in cambio “che cosa?”, è un’altra bella domanda. Più di quattromila stelle visibili a occhio nudo tutte le notti, se lo desideriamo. Centomiliardi di galassie, senza contare il numero di quelle non osservabili, ma che pure secondo gli scienziati esistono. Tredicimiliardi di anni a fare luce sulle nostre teste. Centocinquantamilioni di chilometri da qui, se volessimo raggiungere la stella più vicina al nostro pianeta, cioè il Sole. [...] James Hillman, in un passo di uno dei suoi famosi saggi, Il codice dell’anima, osserva che «il verbo desueto to environ, da cui il sostantivo environment (“ambiente”), significa “circondare, includere, avviluppare”; letteralmente: “formare un cerchio attorno”». Quanto afferma lo studioso, può essere applicato per analogia alla dimensione avvolgente, “tonda”, del libro scritto da Daniel Nesquens e illustrato da Valerio Vidali. Le figure e il tono del testo, sembrano muoversi in direzione di un abbraccio caldo, protettivo, rassicurante, che potrebbe provenire sia dalla notte, sia dagli adulti, richiamati nel loro ruolo di accompagnatori, all’ora della nanna.
Da Cinema Cielo, di Giulia Mirandola, in Catalogone 2010.
Si guarda il cielo come si guarda un film: al buio, seduti, con gli occhi puntati verso l’alto di uno schermo che finisce non si sa dove. Il cinema è a pagamento, il cielo, invece, è gratis. Il regalo è un libro che avrebbe trovato in Galileo Galilei e Neil Alden Armstrong bambini, dei fedeli estimatori. [...] In primo piano ci sono un adulto e un bambino a testa in su, che guardano in cielo. [...] C’è un regalo, al centro delle intenzioni narrative dei due autori, e il titolo non potrebbe essere più esplicito di così. Esso consiste in un oggetto (un telescopio), la cui identità viene svelata lentamente. In senso metaforico, però, fin dalla copertina è presente un “regalo” intangibile, più grande di quello che il protagonista ha deciso per il compleanno di suo padre. A questo dono possiamo aspirare tutti, non solo nel giorno della nostra nascita, indipendentemente dallo stato delle nostre finanze. Perché è gratuito, eterno ed è lì. È il cielo stellato. [...] Chiedete ai bambini se a volte, anche loro, lo pensano: chi ha inventato un simile spettacolo ha donato all’umanità qualcosa di immenso. Fino a che punto ne siamo coscienti? Ottenendo in cambio “che cosa?”, è un’altra bella domanda. Più di quattromila stelle visibili a occhio nudo tutte le notti, se lo desideriamo. Centomiliardi di galassie, senza contare il numero di quelle non osservabili, ma che pure secondo gli scienziati esistono. Tredicimiliardi di anni a fare luce sulle nostre teste. Centocinquantamilioni di chilometri da qui, se volessimo raggiungere la stella più vicina al nostro pianeta, cioè il Sole. [...] James Hillman, in un passo di uno dei suoi famosi saggi, Il codice dell’anima, osserva che «il verbo desueto to environ, da cui il sostantivo environment (“ambiente”), significa “circondare, includere, avviluppare”; letteralmente: “formare un cerchio attorno”». Quanto afferma lo studioso, può essere applicato per analogia alla dimensione avvolgente, “tonda”, del libro scritto da Daniel Nesquens e illustrato da Valerio Vidali. Le figure e il tono del testo, sembrano muoversi in direzione di un abbraccio caldo, protettivo, rassicurante, che potrebbe provenire sia dalla notte, sia dagli adulti, richiamati nel loro ruolo di accompagnatori, all’ora della nanna.
Da Cinema Cielo, di Giulia Mirandola, in Catalogone 2010.
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