Che cos'è un bambino

di Beatrice Alemagna, 2008
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«Un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo ha idee piccole.»

Che cos’è un bambino vuole dirci chi siamo e il perché. Sul volto ciascuno porta una storia diversa da leggere e da raccontare. Come questo libro e i ritratti che ne fanno parte. Ciascun bambino, dalla copertina in poi, porta su di sé tratti, pose, colori, segni, pensieri che lo rendono unico, in mezzo a tanti altri suoi simili. Che cos’è un bambino, tra un ritratto e l’altro, tra un bambino e l’altro, suggerisce di notare differenze. Vederle e nominarle non è un atto discriminatorio. Serve, invece, a crearsi una grammatica visiva che è pure una grammatica sentimentale. Se fossimo tutti uguali o ci vedessimo nello stesso modo, la realtà sarebbe piatta e ci sentiremmo terribilmente soli.

Da I Grandi e i Piccoli, di Giulia Mirandola,  
Catalogone 2009

2 commenti:

  1. Devo dire la verità, ci ho messo un po' di tempo prima di amare questo libro.
    Mi davano fastidio sia le parole che le illustrazioni, non ne capivo la poesia. La poesia non è un linguaggio facile del resto. Per lungo tempo l'ho accantonato sulla libreria: una libreria che si rispetti deve avere lo spazio per i libri che non piacciono. Poi un giorno, guardando i miei bambini, tre tutti diversi tra loro per colori e caratteri,l' ho riletto. Ho un'opinione sull'autrice ( o illustrautrice come si definisce lei) : ha la capacità di tenere insieme con naturalezza stili e tecniche diverse. I disegni sono bellissimi nel loro miscuglio di tecniche ben calibrate dall'istinto artistico dell'autrice, e il testo alterna il punto di vista dei grandi a quello dei piccoli, come due voci che dialogano. Adesso "che cos'è un bambino" ha cambiato scaffale nella mia libreria, perchè ogni volta che lo leggo, tra le tante voci, tra le tante facce trovo un po' anche della mia.

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  2. Che cos'è un bambino?? Beh, inutile dire che questa domanda è di certo rivolta a noi, personcine piccole che un giorno hanno iniziato a cambiare, e forse hanno dimenticato. Dimenticato quanto era meraviglioso avere delle scarpe "sbirluccicanti" al sole, "ascoltare tutte le sere la stessa storia", addormentarsi con il cane giallo e potersi permettere di piangere, a squarciagola, quando lo shampoo pizzicava gli occhi. Ecco perché ad aprirlo, questo libro, il cuore sussulta, e si ricorda di emozioni e immagini un po' sopite... Ed ecco perché, a richiuderlo, almeno qualcuna di quelle antiche meraviglie si decide di non lasciarla svanire mai più e di imparare ad ascoltarla, nelle persone piccine accanto a noi, con gli occhi più spalancati possibili!

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